All'estremità della penisola di Sirmione, in una fantastica posizione panoramica possiamo trovare i resti di una delle maggiori ville romane dell'Italia settentrionale.
Il complesso archeologico copre un'area di circa due ettari mentre la villa ha pianta rettangolare, di 167 x 105 metri, ed è caratterizzata da lunghi porticati e terrazze aperti verso il lago. In tutta l'area archeologica sono presenti attualmente circa 1500 ulivi, alcuni plurisecolari, appartenenti a tre differenti varietà gardesane.
Le imponenti rovine note, fin dal Rinascimento, come “Grotte di Catullo”, sono databili tra la fine del Primo secolo dopo Cristo e l’inizio del successivo. Il nome deriva dalla tradizione risalente al XV-XVI secolo che ha erroneamente identificato questo complesso (chiamato "Grotte" per la presenza di ambienti sotterranei simili a cavità naturali) con la villa del poeta veronese Gaio Valerio Catullo, morto nel 54 avanti Cristo, al di sotto di questo, tuttavia, sono stati rinvenuti i resti di un edificio precedente, attribuibile al I secolo avanti Cristo, che potrebbe essere proprio quello in cui soggiornò il poeta Gaio Valerio Catullo.
Nel 1999, all'interno del parco che accoglie i resti della villa, è stato inaugurato un Museo. Esso ospita numerosi reperti provenienti dagli scavi della villa romana Grotte di Catullo, da altre ville romane situate sul lago di Garda e da altri siti archeologici della zona.
Il Museo è organizzato in più sezioni: nel portico d'ingresso sono spiegate la genesi e la morfologia del lago di Garda; All'interno del Museo sono ospitate altre tre sezioni: la preistoria e la protostoria del lago di Garda, l'età romana (all'interno della quale sono esposti anche i reperti provenienti dalla Grotte di Catullo) e l'età medievale.